Category Archives: elenchi inutili

una lista di molti e troppi (e troppo stupidi) motivi per cui l’autunno è il massimo

-foglie non più solo verdi

-momento dell’anno in cui si ricomincia a indossare i maglioni

-arriva quell’aria un po’ fredda che pizzica le guance

-si beve qualcosa di caldo molto più volentieri

-il sole tramonta prima e in genere quando si torna a casa ci sono tutte le luci accese nelle case e si può sbirciare dentro

-abbinamento castagne, vino rosso, mandarini, bagigi (10/10)

-festa di San Martino con relativa torta

-stagione delle migliori albe e dei migliori tramonti… per lo meno in Città Alta

-momento dell’anno in cui si ricomincia a pensare al Natale, ma non con l’ansia di averlo vicino, solo come vago pensiero rassicurante

-camminare tra le foglie cadute per terra

-quelle giornate in cui fa freddo, ma il sole fa un ultimo sforzo e puoi comunque andare al parco, se ne hai voglia

-zucca

-quei momenti dove il cielo è tutto azzurro e limpido ma fa freddo (proprio perché c’è un vento fortissimo che ha spostato tutte le nuvole)

-mio compleanno

-quando c’è quello strano effetto per cui i rami non sono più coperti dalla chioma dell’albero ed è come se si vedesse lo scheletro, in qualche modo, con poche foglie ancora attaccate (è difficile da spiegare ma è davvero bello)

-mandarino forse mio frutto preferito (?)

-quei giorni dove non hai ancora il cappotto, ma un maglione pesante sotto una giacchetta

-l’autunno prevede una palette tutta sua che si applica anche alle persone (per lo meno le mie preferite)

-bere la cioccolata calda quando non è ancora inverno (10/10)

-calzettoni per girare in casa

-freddo = momento perfetto per riascoltarsi tutto quello che hanno fatto carl brave x franco 126 e ritornare alla sensazione (anche proprio fisica) di avere diciassette anni e camminare in uno specifico punto del passato

-stormi di uccelli che migrano (submitted by teresa ! )

parole ritrovate

ritrovate perché si sono perse nel marasma del quotidiano

  1. aggettivo ‘irenico’ usato dalla professoressa De Vito in una lezione per parlare delle migrazioni dei greci – penso che venga dal greco εἰρήνη ‘pace’
  2. verbo ‘blandire’ usato dalla traduttrice di Tove Jansson nel ‘Libro dell’inverno‘ – penso dal latino blandus ‘carezzevole’ allude al lusingare
  3. participio passato ‘inzaccherato’ usato da Anna Vera Sullam ne ‘Il sesto comandamento‘ per indicare qualcosa che è stato schizzato (nel caso del libro, di sangue). viene da ‘zacchera’ che è uno schizzo di fango, forse da ‘pozzacchera’ dal longobardo ‘zahhar’ (goccia).
  4. verbo ‘baluginare’ usato dal traduttore dell’edizione che sto leggendo di ‘Anna Karenina‘ (<il baluginare dell’alba>) – significa apparire e scomparire rapidamente. etimo incerto.
  5. sostantivo ‘apoftegma’ usato da Edgar Allan Poe nel racconto ‘Manoscritto ritrovato in una bottiglia‘ – dal greco ἀποϕθέγγομαι ‘pronuncio’ indica una sentenza/massima.
  6. verbo ‘surrogare’ come sinonimo di ‘sostituire’ dal libro di Age sulla sceneggiatura (<lo surrogava un altro>) – dal latino sub-rogare ‘far eleggere qualcuno in sostituzione’
  7. aggettivo ‘esecrabile’ dal film delle ‘Cronache di Narnia, il principe Caspian‘ – dal latino exsecrabilis ‘che merita di essere esecrato/maledetto/detestato’
  8. sostantivo ‘retrotopia’ usato in un articolo della Domenica del Sole 24 – termine coniato da Bauman per indicare ‘la ricerca in parte nostalgica di uno status quo passato rispetto alla ricerca del nuovo’
  9. aggettivo ‘esornativo’ usato in ‘La fiaba popolare europea‘ da Lüthi (<rinunciando a qualsiasi descrizione esornativa) – ‘che serve a ornare’
  10. sostantivo ‘edredone’ usato in ‘Luce d’inverno ed è subito notte‘ di Stefánsson- grosso uccello che vive lungo le coste marine nelle regioni artiche e subartiche dell’emisfero boreale

scrittori e registi che hanno lavorato con le stagioni – tutte o alcune

  • Eric Rohmer: Conte de printemps (1990), Conte d’hiver (1992), Conte d’été (1996), Conte d’automne (1998)
  • Tove Jansson: Sommarboken (1972 -tradotto come ‘Il racconto dell’estate’), Meddelande. Noveller i urval (1971-97 – tradotto come ‘Il racconto dell’inverno’)
  • Autumn de Wild e le quattro stagioni nel film Emma. (2020) vedi analisi
  • Iosif Brodsij e l’inverno in Fondamenta degli incurabili (1989)
  • Damien Chazelle in La La Land (2016)
  • Italo Calvino e le quattro stagioni ripetute cinque volte nei racconti di Marcovaldo ovvero Le stagioni in città (1963)
  • Ali Smith: Autumn (2016), Winter (2017), Spring (2019), Summer (2020)
  • Menzione di merito per: https://lifebuzz.com/story-of-love

nomi delle playlist

Una delle mie cose preferite di sempre è pensare a dei nomi per le playlist, che racchiudano il senso delle atmosfere che ho cercato di intrappolarci. Nelle liste inutili non poteva mancare la spiegazione di alcuni dei miei titoli preferiti.

SUMM-ARY (https://open.spotify.com/playlist/47Cv8yY33UNGbUFIA8553y?si=4116c31d2e664fe8)

la svuoto e ri-riempio ogni estate, in questo senso il titolo è eloquente: è la crasi di ‘summary’ e ‘summer’. l’idea del tormentone estivo l’ho sempre trovata divertente e mi piace provare a indovinare quale sarà con un po’ di anticipo, allo stesso tempo però i tormentoni ufficiali ti sfiancano dopo un mese, proprio per la loro onnipresenza. questo è il motivo per cui ogni anno raccolgo i miei personali tormentoni estivi, non per forza quelli ufficiali e non per forza usciti nell’ultimo anno.

A MOVIE OF MINE – CREDITS (https://open.spotify.com/playlist/1MKzIYAqQLNk53ZDC5dTvi?si=b966afe69e5e4e86)

questa qui fa parte di una serie di playlist in cui raccolgo canzoni perfette per la colonna sonora di un film, in base a diversi temi. in questo caso le canzoni potrebbero benissimo accompagnare i titoli di coda di un film con il finale aperto e il protagonista che esce lentamente dall’inquadratura. sono un po’ di parte, ma credo sia il mio lavoro più riuscito, musicalmente parlando.

SHAZAMMMATE IN AUTO (https://open.spotify.com/playlist/0ig6BRGOjXh7mMWAwAnoNc?si=9e3a7811841b4599)

selezionate minuziosamente ascoltando la radio in macchina, queste canzoni sono perfette per quando si viaggia. si ringrazia la mia famiglia, che non ne può più di sentirmi gridare all’improvviso <COME SI CHIAMA QUESTA?!>.

THEY SAY WELCOME TO NEW YORK (https://open.spotify.com/playlist/3XA6wf5fCUL05fjUzmxn12?si=6b99c3fd0cc24924)

il titolo è tratto da una canzone di Taylor Swift ed è azzeccato, perché qui sono raccolte tutte le canzoni che ascoltavo alle medie, periodo in cui tutti sono notoriamente in fissa o con Londra o con New York e sognano di viverci e starci come in un film, realizzando tutti i loro sogni. all’epoca avevo un mp3 viola scuro, in cui c’erano interi album che so a memoria da cima a fondo, o dei video musicali che ho visto diecimila volte. sì, ci sono molti One Direction, sarebbe strano il contrario, credo. è la playlist più lunga che io abbia mai creato e manca pure qualche titolo…

ZARA HOME MOOD (https://open.spotify.com/playlist/1pBd6ivN6QghZz8Naay6oG?si=c7926eee19054146)

ora lo hanno chiuso, ma una volta in centro a Bergamo c’era un negozio di Zara home e mi capitava di entrarci solo per curiosare tra tutti i tessuti e gli oggetti mega belli. la prima volta mi ci aveva portato mia mamma e mi ricordo che mi aveva colpito per la musica, che aveva sempre uno stile molto preciso: un soul misto a techno (!). forse vendevano anche dei dischi, ora non ricordo, ma mi era venuto in mente di farne una playlist mia, di variazioni sul tema, che è questa qui. a dire la verità proponevano anche delle altre canzoni, che erano cover acustiche bellissime di canzoni famose…. un giorno farò una playlist anche di quelle

C

un lista di molti e troppi (e troppo stupidi) motivi per cui l’invero è il massimo

– nella mia famiglia inizio dell’inverno = tirare fuori cd natalizi e ascoltarli in loop (ho contato in totale 15 cd, ma potrebbero essere di più)

– il freddo nelle sue diverse manifestazioni (freddo alle mani, freddo sugli zigomi, aria fredda mattutina, …)

– <l’inverno è una stagione astratta: smorza i colori e impone le leggi del freddo e delle giornate brevi. queste circostanze addestrano l’occhio a studiare il mondo esterno con un’intensità superiore (…) se questa stagione non ti calma necessariamente i nervi, li subordina però ai tuoi istinti: alle basse temperature la bellezza è bellezza> da Fondamenta degli Incurabili di Iosif Brodskij

– mandarini ( più per l’odore che ti rimane sulle dita)

– il momento in cui qualcuno ti informa che in montagna ha già nevicato

– speculoos (quelli molto speziati)

(- non io che penso prima di tutto alla cioccolata calda molto densa)

– io e Leo chiamiamo l’inverno anche quel-momento-dell’anno-in-cui-fai-colazione-con-il-panettone

– più che il giorno di Natale completo, metterei la mattina, nel momento in cui la tavola è apparecchiata, al forno mancano pochi minuti per finire la cottura e si guarda fuori dalla finestra per vedere se qualche parente è già arrivato e sta parcheggiando

– le luci della città (non quelle di Wim Wenders, proprio quelle della città) e le decorazioni che si intravedono dalle finestre delle case degli altri

– sciarpa ft. guanti

– l’inverno perfetto prevede almeno tre giorni di nevicate, non per forza contigui, anzi

*to be continued*